frammento #2 di una storia

“A volte penso alle settimane come a un imbuto che parte largo al lunedì e poi si restringe, giorno dopo giorno, fino ad arrivare al week end, che è un tubo stretto stretto pronto a versarmi dentro tutto il tempo dei giorni precedenti, tutto in una volta sola”.

Quando era ancora giovane, ma non troppo, Leone – dopo averle pensate – diceva cose di questo tipo.

“E non si tratta tanto del banale gioco delle possibilità, che all’inizio sembrano molte ma che poi via via si restringono, no, è proprio un inevitabile scherzo del tempo che, una volta stabilita arbitrariamente un’unità di misura (tipo una settimana) si incanala sempre di più e, pur partendo lento, accelera senza alcun motivo”.

Quasi sempre le diceva alla figlia Anna, che all’epoca aveva undici anni e guardava Leone come si guarda un matto a cui si vuole molto bene.

“A volte però (accade di rado, però accade) l’imbuto della settimana si gira al contrario, e allora se all’inizio mi sento come in un tubo stretto stretto, che mi ricorda ogni secondo quello che sono, con il passare dei giorni scopro di avere più spazio, mi accorgo che l’imbuto si sta allargando fino ad arrivare al week end, in cui ha un’imboccatura così larga, quell’imbuto, da permettermi di vedere chi davvero ci sta versando dentro il tempo, cioè io”.


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